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![]() SIKH Setta religiosa nata agli inizi del XVI secolo nell'India settentrionale e oggi religione prevalente degli abitanti dello stato indiano del Punjab (circa 20 milioni di abitanti nel 1990). Ne fu iniziatore Nanak, considerato il primo guru (maestro) dei sikh, partendo dalla religione induista per dar vita a una concezione religiosa sincretista incorporante svariati aspetti dell'Islam, in primo luogo il monoteismo. La setta, inizialmente poco numerosa, ebbe impulso sotto l'imperatore moghul Akbar (1556-1605), assai tollerante e interessato a tentativi sincretistici hindu-musulmani. Sotto Akbar venne iniziata la costruzione del Tempio d'oro di Amritsar, da allora luogo sacro dei sikh. In seguito, ai tempi dell'ortodosso imperatore induista Aurangzeb (1657-1707), i sikh vennero perseguitati ed essi, abolendo ogni distinzione di casta, si trasformarono in una compatta comunità, sottoposta a una rigida gerarchia di guerrieri puri (khalsa). Con il disgregarsi dei moghul, i sikh costituirono, all'inizio del XVIII secolo, un piccolo stato guerriero che riuscì a superare le devastanti invasioni dei maratha e degli afghani di metà secolo. Sotto Ranjit Singh (1780-1839), inizialmente appoggiato dai britannici, lo stato sikh si rafforzò, ampliandosi verso Peshawar e il Kashmir e modernizzando il proprio esercito con istruttori europei provenienti dai disciolti eserciti napoleonici. Negli anni quaranta dell'Ottocento, la East India Company dovette affrontare le sue più impegnative campagne militari in India per abbattere la potenza sikh (vedi guerre sikh). In seguito, i sikh, assieme con altre "razze guerriere" dell'India (gurka e maratha), costituirono il nerbo dell'ufficialità e dei corpi scelti dell'esercito coloniale britannico. La presenza di una diffusa proprietà della terra, un forte spirito associativo e una costante spinta etica al miglioramento individuale, fecero presto del Punjab l'area più avanzata dell'India in termini di modernizzazione agricola e crescita della piccola e media industria, mentre la diaspora migratoria portò i sikh (ben distinguibili per corporatura, perenne uso del turbante e folti barbe e baffi) a occupare posizioni semimonopolistiche in molti campi di attività sia in India che presso le comunità indiane all'estero. Dalla specificità religiosa e dal più elevato grado di sviluppo nacque, sin dalla spartizione del Punjab tra India e Pakistan (1947), una spinta autonomistica che si espresse prima in movimenti politici e poi in attività terroristiche. I tentativi maldestri dei governi di Indira Gandhi (1966-1977 e 1980-1984) di fomentare divisioni all'interno dei partiti e dei movimenti sikh furono tra le cause scatenanti di ondate di violenza culminate con l'imposizione della legge marziale nel Punjab e l'assalto da parte dell'esercito indiano al Tempio d'oro (3-6 giugno 1984), con oltre mille morti, e il successivo ammutinamento di numerose unità sikh dell'esercito. Indira Gandhi stessa fu uccisa da una guardia del corpo sikh, e ciò scatenò una colossale "caccia ai sikh" in tutta l'India, con migliaia di vittime, specie a Delhi, senza che alla questione del Punjab fosse trovata da allora una soluzione soddisfacente. C. Zanier |
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